DiamanteLa parola diamante ha origine da due termini greci: “adamas” (indomabile) e “diaphanes” (trasparente). Il suo uso risale al 1000 D.C. in India, quando la pietra cominciò ad essere tagliata e se ne poté apprezzare la bellezza grazie alla luce riflessa dalle sfaccettature. Nel tempo il diamante montato su anello, grazie all'inalterabilità della pietra, assunse un significato di fedeltà matrimoniale e di eternità del legame amoroso. Un diamante si giudica attraverso quattro diverse caratteristiche che si combinano in vari modi determinando il valore della gemma.
- Carat (peso)
- Clarity (purezza)
- Cut (taglio)
- Colour (colore)
Il coloreIl colore di un diamante è forse la sua caratteristica più apprezzabile anche ad occhio nudo. In linea generale più il diamante è bianco e più la luce riesce ad attraversare la pietra con facilità riflettendosi verso l'osservatore. Il colore di un diamante incide notevolmente sul valore di ogni singola pietra concorrendo in modo significativo alla formazione del prezzo.
I diamanti classificati secondo la scala GIA come “Incolore” (D-E-F) sono eccezionalmente rari e difficilmente distinguibili senza un paragone diretto con quelli delle fasce successive (G-H)
La purezzaQuasi tutti i diamanti contengono minute tracce di carbonio non cristallizzato, l'elemento dal quale sono stati originati. Molte non sono discernibili ad occhio nudo e hanno bisogno di essere ingrandite per diventare visibili. Sono chiamate inclusioni e sono le impronte digitali naturali che fanno di ogni diamante un pezzo unico.